Alla fine arriva il sì tanto atteso al nuovo testo “Severino” anti corruzione. Lo scontro Pd-Pdl ha fatto in modo che il testo Alfano fosse abbandonato in favore del nuovo testo presentato dal ministro Paola Severino. E il testo, così presentato, incassa l’ok delle Commissioni a esclusione della sola Italia dei Valori che risponde con un secco no e del Pdl che si è astenuto nella convinzione che possa migliorarsi ulteriormente.
Il ddl è ora atteso in Aula per il 28 maggio. Grazie a un emendamento blitz del Pd sono stati elevati i limiti minimo e massimo di pena, passati rispettivamente da 3 a 7 anni e da 4 a 8 anni per il reato di “Corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio”. Introdotto il reato di “Traffico di influenze illecite” e riscritto quello di “Corruzione per l’esercizio della funzione”. Riscritto anche l’art. 9 che contiene le norme penali anti-corruzione. Nei fatti una prova di fiducia nei confronti di Paola Severino, ministro della Giustizia.
Ma, tipicamente italiane, non mancano le polemiche. Ad attaccare Antonio Di Pietro, leader IdV, secondo cui con questo ddl si cancellano le inchieste in corso. Secondo Di Pietro, con questo ddl si cancella il reato di “dazione ambientale” che, Francesco Paolo Sisto (PdL) fa però notare essere non un reato ma solo una categoria giurisprudenziale che nei fatti non è affatto reato.
Precisa il Pd che non è stato toccato il reato di concussione e la stessa Severino precisa che la concussione rimane nelle due forme della costrizione e dell’induzione: “abbiamo solo aderito all’indicazione dell’Europa di chiarire meglio i casi in cui anche il privato debba essere punito“.
Possibile, per affrettare i tempi, che in Aula poi si faccia ricorso al voto di fiducia. Sarà sufficiente un ddl per sconfiggere la peggiore piaga italiana?
Luigi Asero